IL GIOCO DI GERALD
Mike Flanagan · 2017 · 103 min
Una coppia cerca di ravvivare il suo matrimonio trascorrendo una notte in una casa sul lago. Quando, però, succede l'imprevedibile, lei, legata al letto, deve lottare per sopravvivere
Spiegazione
A cura di Rita Grieco
L'adattamento dell’omonimo romanzo di Stephen King propone un THRILLER PSICOLOGICO, dalle venature horror, capace di scavare nelle profondità della MENTE e nei traumi irrisolti con un viaggio ANSIOGENO che esplora i limiti della SOPRAVVIVENZA, sia fisica e che mentale
La REGIA di Flanagan ha l’incredibile abilità di trasformare uno spazio limitato in un’arena di TERRORE grazie all'impiego di inquadrature strette e angolazioni che accentuano il senso di ISOLAMENTO e di vulnerabilità, oltre ad una fotografia che alterna toni caldi per il presente e più freddi e spettrale per i FLASHBACK, per rappresentare visivamente il conflitto tra passato e presente
Grazie a questa base tecnica, Il film riesce a tradurre visivamente i PENSIERI e i ricordi frammentati della protagonista costruendo un'atmosfera ASFISSIANTE; non a caso, Carla Gugino, musa di Flanagan offre una PERFORMANCE straordinaria attraverso un lavoro fisico ed emotivo che incarna il contrasto tra FRAGILITA e SPERANZA nelle situazioni più avverse con una evoluzione del personaggio, da vittima passiva, mai scontato, nonostante l'oscura ambiguità che la circonda
Il film cavalca una suspense costante che cresce ad ogni minuto trascorso nella camera, che a sua volta si trasforma in una prigione mentale oltre che fisica.
Centrale e di grande impatto nella NARRAZIONE è la VIOLENZA PSICOLOGICA che viene esplicata dai tormenti interiori della protagonista; tali tumulti vengono esplorati tra le crepe della realtà, in una stanza silenziosa dove i giorni si susseguono tra ansie, paure, VISITE INGANNEVOLI e rassegnazione.
Elogiato dal suo autore originale, rimane sorprendentemente fedele al ROMANZO di KING seppur siano state condensate alcune delle sue sottotrame. L’aspetto più significativo, però, è il modo in cui viene approfondito il TEMA dell’ABUSO e della sopravvivenza, adottando un approccio visivo che riesce a rendere più palpabile il TORMENTO interiore e la FRUSTRAZIONE.
Le PAURE e i TRAUMI della protagonista sono talmente profonde da realizzarsi in forma CONCRETA, DEFORMEe umanoide, in un contorno ONIRICO che vede la fuga come unica fonte di salvezza.
La pellicola, inoltre, presenta una forte riflessione sulla PRIGIONIA sia fisica che mentale. Il letto diventa metafora del BLOCCO EMOTIVO, un'arena della lotta per liberarsi dai TRAUMI passati. Qualunque tipo di vicenda visiva, mnemonica e non, rappresenta la FRAMMENTAZIONE del sé e il processo di ricostruzione dell’identità attraverso la presa di COSCIENZA e la resilienza
Il gioco di Gerald è un INCONTRO CON I PROPRI DEMONI, alcuni particolarmente reali, dove i ricordi intrisi di dolore e paura si trasformano in catarsi. Alla fine, la vera fuga non è dalle catene fisiche ma da quelle invisibili che IMPRIGIONANO ogni giorno la vita
Consiglio: Adatto per gli spettatori a che amano i viaggi psicologici