THE LIGHTHOUSE

Robert Eggers · 2019 · 110 min
L'accanirsi del maltempo costringe due guardiani di un faro di un'isola sperduta ad una convivenza forzata che porta in superficie demoni personali, timori ancestrali e nuove, tormentate pulsioni, in un crescendo di follia e claustrofobia
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Locandina

Valutazioni

8

Idea

8

Qualità

8.4

Scrittura

7.8

Magnet

7.5

Sensibilità

7

Tensione

8.4

Inquietudine

8

Atmosfera

7.7

Finale

8.2

Complessivo

Valutazioni per genere

8

drama

8.2

psycho

7

supernatural

Trailer

Soundtrack

Spiegazione

A cura di Rita Grieco

"The Lighthouse” offre un’esperienza cinematografica che sfida le convenzioni a cui siamo abituati su schermo. Fonde perfettamente elementi di horror psicologico, dramma e surrealismo, affogando lo spettatore in un viaggio tra terra e mare che esplora la follia e l’isolamento. L’estetica richiama il cinema ESPRESSIONISTA TEDESCO con un ritmo simile a quello di Mother! o Eraserhead.

La REGIA è meticolosa, con inquadrature strette e un uso scrupolosamente attento della LUCE e dell’ombra al fine di rendere le immagini come un inquietante DIPINTO, un quadro in cui la figura rassicurante di un faro diviene simbolo di irrequietezza.
Il film è girato in bianco e nero con un formato quasi quadrato sia per richiamare volutamente l'estetica del CINEMA MUTO che per aumentare la sensazione costrittiva.
La COLONNA SONORA intreccia suoni naturali, di vento e mare, al costante lamento onirico della sirena avvolgendo lo spettatore come un Ulisse legato a prua.

La SCRITTURA è BIDIMENSIONALE e alterna compostamente dialoghi realistici e lirici, densi di riferimenti alla mitologia e al folklore marittimo.
Sono poi monumentali le INTERPRETAZIONI di Willem Dafoe e Robert Pattinson entrambi capaci di incarnare la fragilità e la FEROCIA UMANA in modi indimenticabili. Particolarissime le espressioni evidenziate dai primi piani fortemente contrastati.

L’ATMOSFERA è palpabile, permea come una presenza che quasi soffoca lo spettatore e gli fa vivere un'ambientazione isolata e inospitale fino a trasmettergli un senso di vulnerabilità costante.
La tensione è dunque dosata con precisione chirurgica esplorando il confine labile tra l’ossessione e la PARANOIA. In questo è di grande supporto la NARRAZIONE che con la sua insidiosa LENTEZZA , amplifica l'instabilità emotiva dei protagonisti. Essa, dunque, non è facile e intuibile a prima visione, non offre risposte chiuse e banali ma lascia allo spettatore la libertà di interpretare eventi e significati giocando con le sue conoscenze e manipolandone il senso di realtà.

Il SIMBOLISMO, specialmente del faro è forte e d'impatto; esso rappresenta sia una guida che una trappola caricando la visione di una profondità metaforica. Il simbolismo è, per l'appunto, la giusta chiave di lettura del il film. Si trovano richiami riecheggianti della MITOLOGIA GRECA: il mito Prometeo e quello Proteo. Fortissimo è anche il richiamo alle storie di marinai perduti.
Lampante è anche l'omaggio che Eggers ha voluto offrire a LOVECRAFT la cui influenza si vede nel terrore cosmico, nell’ossessione per la luce e nelle visioni di creature marine che evocano i miti di Cthulhu.

The Lighthouse è una perla che inquieta e affascina in egual misura trascinando inesorabilmente chi la guarda a confrontarsi con il proprio senso di realtà. È un’opera oltremodo VISCERALE, un incubo privo di colori che, come il suono del mare in tempesta, riecheggia nella mente molto tempo dopo che le luci si sono spente.

Una interessante curiosità è che Robert Eggers ha basato i dialoghi del film su registri e diari autentici di guardiani di fari del XIX secolo per riportare un'impressionante accuratezza storica.

Consiglio: Può risultare pesante e piatto se si cerca una visione semplice