GOKSUNG - THE WAILING

Na Hong-jin · 2016 · 156 min
In un villaggio della Corea del Sud, si verificano alcuni casi di omicidio piuttosto violenti. È opinione comune tra gli abitanti che a causare tali disgrazie sia un uomo giapponese arrivato da poco, a cui alcuni attribuiscono poteri soprannaturali
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Locandina

Valutazioni

7.8

Idea

8

Qualità

7.7

Scrittura

7.8

Magnet

7.8

Sensibilità

8

Tensione

7.5

Inquietudine

8

Atmosfera

7.8

Finale

7.8

Complessivo

Valutazioni per genere

8

crime

7.5

drama

7.5

paranormal

7.7

psycho

8.3

supernatural

7.5

zombie

Trailer

Soundtrack

Spiegazione

A cura di gemma rubino

"Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho". Luca 24: 37-39
"Goksung" si apre con questa citazione biblica, esordio di una visione affascinante sul mistero e sull'incompreso, confezionando un horror PARTICOLARE e dalle sfaccettature innumerabili: GHOST movie, THRILLER PSICOLOGICO, horror sulle POSSESSIONI, ZOMBIE movie… “Goksung” è tutto questo e anche di più

Ambientandolo in un villaggio della periferia coreana, Na Hong-jin cerca di dipingere un quadro dal forte impatto visivo e ricco di COLORI, passando da inquadrature aperte sulla natura selvaggia a riprese CLAUSTROFOBICHE negli ambienti ristretti delle abitazioni, contornate dal grigiore della pioggia incessante, in un sapiente gioco di luci e ombre. L’umanità si fonde con la natura selvaggia, terra, fronde, fango e sangue riportano i protagonisti di questo DRAMMA alla loro condizione primordiale, sconvolti nella loro semplice quotidianità da fenomeni violenti, INNATURALI e inspiegabili, sui quali l’occhio della camera non manca mai di soffermarsi.

Ed è qui che emerge, con un ritmo narrante da RITUALE e una accurata costruzione per accumulo, la componente FOLKLORISTICA, protagonista assoluta della pellicola. Si viene presto catapultati nella routine delle casette tradizionali, della raccolta di erbe medicinali e della caccia, del chiacchiericcio tra vicini di casa che dà adito alle dicerie e alla SUPERSTIZIONE. In questo substrato si evolve il personaggio interpretato da Jong Goo che attraversa più fasi: da poliziotto goffo e indolente, maschera di una chiara denuncia all’INETTITUDINE delle autorità, a uomo disperato e pronto a tutto.

In questo turbinio di INCERTEZZE e COLPI DI SCENA, lo spettatore si ritrova SMARRITO, lasciato da solo con tante domande e ben poche risposte. Il bianco e il nero assumono connotazioni imprevedibili, la definizione di condizione umana diventa SOTTILE, Il Male si presenta in forme INASPETTATE e sfocia in un luogo in cui la vita torna alla sua essenzialità, dove CRISTIANESIMO e SCIAMANESIMO coesistono e si intrecciano, forniscono interpretazioni, danno speranza, forse solo teorica e forniscono una lettura metaforica degli eventi, con ipotesi e idee che cambiano da soggetto a soggetto, architettando la sua POTENZA e la sua inquietudine proprio su questo gioco ALIENANTE di indefinibile attesa, TENSIONE e sospetto, che turba per la sua essenza MISTICA e ricca di dettagli, forse troppi

Riprendendo la massima in apertura, “Goksung” è una pellicola che gioca sul visto e sul non visto, sul SACRO e sul profano, sulla paura e sulla FEDE. E, pur tuttavia, si rivela una pellicola NICHILISTA che, in quasi 150 minuti intensi e con una evoluzione AMBIGUA e inaspettata, prende gli spettri della guerra di Corea e li tramuta, lasciando ognuno solo con il proprio SMARRIMENTO, dentro e fuori dallo schermo

Consiglio: Lasciatevi trascinare dagli eventi senza cercare di capirli a fondo