INFINITY POOL

Brandon Cronenberg · 2023 · 118 min
James, scrittore, ed Em, ricca ereditiera, si concedono una vacanza al resort di Li Tolqa, dove conoscono Alban e Gabi. Dopo una serata di bevute ed un evento imprevisto, lo scrittore si ritrova davanti al lato più oscuro di Li Tolqa e delle sue peculiari tradizioni.
Genere: Genere Genere
Locandina

Valutazioni

7.5

Idea

7.5

Qualità

7.6

Scrittura

7.4

Magnet

7

Sensibilità

7.8

Tensione

7.2

Inquietudine

7.8

Atmosfera

7.5

Finale

7.4

Complessivo

Valutazioni per genere

8

body

7.5

sci-fi

Trailer

Soundtrack

Spiegazione

A cura di Sheila esposito

Brandon Cronenberg – figlio dell’iconico David – realizza un terzo lungometraggio PROVOCATORIO, AMMALIANTE ed IPNOTICO, un fanta-body-horror DISTURBANTE e VISCERALE che approfondisce maggiormente le tematiche portanti della sua filmografia, già precedentemente esplorate in “Antiviral” (2012) e “Possessor” (2020).

Con un’AMBIENTAZIONE idilliaca ma allusiva ad uno scenario alienante ed ostile, la pellicola ricorre ad una messa in scena SOBRIA ma volutamente CAOTICA con immagini dai colori pungenti, scuri e musica accattivante, in un crescendo di DISORIENTAMENTO, frenesia ed orrore anche grazie a di RIPRESE psichedeliche capaci di trasmettere, visivamente, lo stato irrazionale di cui il film è permeato. L’opera, caratterizzata da scene esplicite di perversione e barbarie che enfatizzano la DEPRAVAZIONE e la DISSOLUTEZZA dei personaggi, è SANGUINOSA e VOLUTTUOSA: maschere di insanità e di agghiacciante insensibilità morale, perfettamente armonizzate ed interpretate da un ineccepibile Alexander Skarsgård, algido protagonista e da Mia Goth, in un ruolo fortemente conturbante ed ambiguo.

È innegabile che la pellicola sia in grado di affascinare il pubblico e di suscitarne il coinvolgimento; ricorrendo ad un’ATMOSFERA morbosa, soffocante ed angosciante, il film genera uno stato di APPRENSIONE e di ansiosa attesa con cui si segue il dipanarsi di una spirale discendente di crudele inumanità. Allo stesso tempo, il film risulta notevolmente derivativo (in primo luogo, dai lavori di Cronenberg padre) e, nel suo essere estremamente AMBIZIOSO, non sempre riesce a convincere appieno: talvolta, sembra di assistere più ad un mero ESERCIZIO DI STILE ed estetica che ad una vera e propria disamina di personaggi e situazioni, risultando NON APPETIBILE per tutti.

L’analisi feroce sulla natura umana ed, in particolare, sulla disparità gerarchica tra classi sociali è evidente; come nelle sue opere precedenti, continua ad indagare i concetti di morte, IDENTITÀ e DEUMANIZZAZIONE dell’essere umano, sondando le implicazioni etiche e morali della TECNOLOGIA AVANZATA ed il miraggio di libertà causato dal dio denaro, in una allucinazione in cui sesso e violenza, sistematiche, intrinseche alla società e ad un feroce ed iniquo sistema giudiziario, costituiscono elementi base delle convenzioni sociali e morali quotidiane.

Con l’obiettivo di evocare un profondo senso di ANGOSCIA ESISTENZIALE, finisce per lasciare il pubblico in uno stato mentale di confusione, smarrimento e vuoto, giocando sull’imprecisione che non pregiudica l’incisività del racconto e sulla eterogeneità dei comportamenti umani.

Consiglio: Una visione innovativa sul body horror che guarda più sull'estetica