SKINAMARINK
Kyle Edward Ball · 2022 · 100 min
Due bambini, Kevin e Kaylee, si svegliano nel cuore della notte e, dopo aver scoperto l'assenza dei propri genitori e della babysitter, notano che la casa ha un aspetto diverso.
Spiegazione
A cura di Rita Grieco
Un viaggio nell’inesplorato che non vuole solo spaventare ma scava meschinamente nelle paure più profonde fino a far desiderare di dormire con la luce accesa.
Skinamarink diretto da Kyle Edward Ball, è un’opera assolutamente SPERIMENTALE che sfida ogni convenzione del genere horror. Il film offre un’ATMOSFERA FEBBRILE in una casa spoglia di logica, dove lo spettatore si perde in ombre inquietanti e silenzi assordanti. Non si tratta di una pellicola lineare e composta, bensì si presenta come una discesa nell’incubo con la capacità di trasformare ambienti familiari e sicuri in qualcosa di profondamente ALIENANTE visto, forse, solo con i masterpiece di Lynch "Eraserhead" e "The Grandmother".
L’APPROCCIO REGISTICO è assolutamente innovativo basato su tecniche minimaliste, con inquadrature fisse, durature e fuori campo che evitano di mostrare chiaramente i protagonisti o l’azione svolta.
La FOTOGRQFIA è volutamente granulosa, simile a quella di un vecchio monitor e crea un’ESTETICA RETRÒ che amplifica il senso di smarrimento e alienazione. L’AUDIO è altrettanto cruciale, colmo di ronzii e rumori ambientali amplificati, voci distorte e lunghi e IMPERTURBABILI SILENZI che soffocano lo spettatore in un clima di profonda inquietudine riuscendo a chiuderlo in quella casa senza via d'uscita. Sicuramente si assiste ad una SCELTA STILISTICA che abbandona ogni convenzione narrativa per focalizzarsi esclusivamente sull’atmosfera CLAUSTROFOBICA.
L’orrore in Skinamarink non è mai esplicito ma si insinua subdolo strisciando attraverso le pareti della casa e nascondendosi nelle zone d'ombra. La paura, quindi, non è data da mostri o Jump Scare bensì dall’attesa PERENNE, dall’incertezza del prossimo frame e dalla sensazione opprimente che qualcosa di profondamente sbagliato stia accadendo. Non a caso il film si nutre infidamente di MEMORIE INFANTILI d'abbandono e paura del buio impastandole e trasformandole in una forma di orrore quasi PRIMORDIALE che si insidia nei meandri della mente.
La STRUTTURA NARRATIVA di Skinamarink è appositamente frammentaria per simulare un sogno angoscioso o un ricordo sbiadito. Gli eventi non seguono una logica cronologica o una trama limpida ma si presentano sottoforma di frame sfocati e suoni sinistri; questa scelta risulta indubbiamente spiazzante ma contribuisce a immergere il pubblico in una visione profondamente PERSONALE e soggettiva lasciando spazio all'interpretazione dove ogni spettatore è libero di trovare il proprio significato.
Skinamarink è letteralmente "L'incubo di tutti" in quanto Ball si è ispirato ai commenti raccolti sul suo canale YouTube, dove gli utenti descrivevano gli incubi ricorrenti dell’infanzia: questo fenomeno di origine collettiva ha dato al film un FASCINO UNIVERSALE rendendo reali le paure piu infime.
L’atmosfera unica e disturbante e la struttura hanno permesso a Skinamarink di diventare rapidamente virale, venendo contestato da molti per canoni ANOMALI ma innalzato a fenomeno cult per gli appassionati di horror sperimentale
Consiglio: Lo stile sperimentale non sempre può piacere, può annoiare o innamorare